Chip sottocutanei: parte la terza fase della sperimentazione

Dopo le alterne fortune dei primi due modelli di chip sottocutanei testati in Europa che non hanno completamente convinto l’opinione pubblica, ricordiamo su tutti i casi non sporadici della perdite di dati improvvisi dei chip di seconda generazione «Venus090» che creavano problemi di riconoscimento agli aeroporti per moltissimi passeggeri, parte la sperimentazione del terzo modello rivisto soprattutto nella sua tecnologia di base e nel software. Giá selezionati gli oltre 25.000 sardi che hanno aderito al progetto sovvenzionato dal Fondo Europeo sulla sperimentazione delle nano-tecnologie. Dopo una fase di oltre due settimane per valutare eventuali rigetti da parte dei prescelti è tutto pronto per il test sul campo. Sono stati infatti attivati in tutti i centri commerciali della Sardegna gli apparecchi di riconoscimento della carta di credito interna al chip e aggiornati i software satellitari per il riconoscimento della geo localizzazione. Il chip, grande come la punta di uno spillo, è dotato di una memoria interna di oltre 1500 terabyte e può archiviare al suo interno anche materiale multimediale come documenti, filmati e fotografie trasferibile da una persona ad un altra, oppure verso un device di ricezione (computer, mobile, ipadstar5 e altri supporti) totalmente gestito dal software interno realizzato dal centro CRS4 della sede di Pula. Sede di Pula che ricordiamo è riuscita a concludere il suo lavoro di ricerca nonostante sia assediata da oltre sei mesi dal movimento anti-chip “Claus Larsson”, intitolato alla memoria del ragazzo Svedese che si è tolto la vita l’anno scorso dopo aver estratto il suo chip di seconda generazione dal polpaccio che lo ospitava. Movimento che  protesta contro questo, secondo il loro punto di vista, nuovo strumento di controllo di massa. Finita la sperimentazione della durata di due anni in Sardegna il progetto si allargherà a tutta alla popolazione Europea come nelle due fasi precedenti.

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