Premiato il dolce tipico sardo “Sas Tiliccas” al Concorso Internazionale di Madrid2048

Se dovesse essere il mio giudizio quello che assegna da oltre trent’anni il premio al miglior prodotto tipico dolciario del mondo al “Salone del Típico Dulce” di Madrid in Spagna, non avremmo dovuto aspettare quest’anno per vedere vincere uno dei dolci più saporiti che io conosca. Sta di fatto che gli oltre 35 esperti e assaggiatori provenienti da tutto il mondo anno assegnato il punteggio massimo ad uno delle espressioni culinarie tipiche della nostra terra.
“Prima di assaggiare una tiliccas, già la vista è in parte appagata ma sempre curiosa… in seguito si viene investiti da una onda di gusto e profumo che hanno pochi eguali, nonostante la sua semplicità di ingredienti il risultato è un’armonia perfetta di piacere e tentazione…” così recita un passaggio dell’attestato che è stato conferito al dolce come miglior prodotto del 2048. Dolce di origini antichissime, la ricetta giunta sino ai nostri giorni è diversa da zona a zona ma sono sempre presenti due ingredienti principali: sa Saba (mosto cotto) e le mandorle; il dolce vincitore (nella fotografia) era leggermente aromatizzato con scorze di arancia.
Grazie a questo premio gli oltre 250 produttori di tiliccas tradizionali in Sardegna ora possono approfittare dell’importante premio ricevuto a Madrid che prevede una campagna pubblicitaria mondiale del prodotto per circa un anno e la sua distribuzione negli oltre 6.000 negozi sparsi nei cinque continenti convenzionati con il “Salone del Tipico Dulce”. Sas Tiliccas saranno promosse e fatte assaggiare per circa sei mesi all’interno di questi negozi di prodotti tipici e una volta finito il periodo di promozione se la vendita ha dato merito alla bontà del dolce i nostri produttori avranno nuovi e interessanti sbocchi di commercio. Io intanto scendo giù al negozio di pasta fresca in piazza e me ne compro una dozzina senza aspettare pubblicità e distribuzione: tiliccas, amore mio!

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Dalla prossima estate una settimana di ferie gratuita per tutti i lavoratori residenti in Sardegna

Partirà la prossima stagione estiva il progetto “In ferie per lavorare meglio” promosso dall’Università di sociologia del Lavoro di Cagliari in collaborazione con la titolata controparte tedesca dell’Universita di Berlino. Un progetto ambizioso e ricco di aspettative che coinvolgerà tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati e gran parte dei lavoratori autonomi di piccole e medie imprese isolane. Partendo dal principio studiato nei paesi nordici nei primi anni del secolo dove si notava che, in presenza di ferie forzate e non programmate o mal integrate con i flussi di lavoro della domanda e dell’offerta, la produttività e qualità del lavoro venivano meno, al contrario di chi invece usufruiva di ferie non solo dovute ma anche esenti da spese. Aggiungendo a questi studi la distribuzione e compilazione di un questionario a 500mila residenti in Sardegna e oltre un milione di turisti nelle ultime due stagioni estive per valutare nuove considerazioni da prendere in esame. Si è arrivati così ad avere un rapporto completo e preciso di informazioni che hanno permesso la realizzazione di un progetto sperimentale che andrà a coinvolgere spese per sostenere queste ferie gratuite così suddivise: per il 40% investimenti di aziende private (che avranno spazi di vendita e promozione vantaggiose nei luoghi turistici convenzionati); 35% investimenti degli stessi operatori turistici che avranno un ritorno di immagine superiore a qualsiasi altro sistema di marketing e il 25% di fondi Europei per lo Sviluppo delle ex-Regioni in fase2. La finalità del progetto prevede la possibilità di poter offrire a tutti i lavori dipendenti e non una settimana di ferie nel periodo di Giugno o Settembe completamente gratuita da scegliere tra svariate località sarde convenzionate con il progetto. Di seguito alcuni punti fermi del rapporto che ne è emerso, scaricabile nella sua versione completa sul sito dell’Università di Cagliari.
Riscontri oggettivi dopo test effettuati negli ultimi sette anni su 500 dipendenti (tra pubblico e privato) e oltre 200 lavoratori autonomi:
1 – Aumento produttività sul posto di lavoro;
2 – Maggior numero di sportelli e servizi aperti al pubblico nel periodo estivo;
3 – Aumento degli incassi da parte da parte dei produttori di beni o servizi;

4 – Maggior attenzione e freschezza mentale nel posto di lavoro e conseguente riduzione di interventi sanitari dovuti a incidenti sul lavoro;
5 – Riduzione del 50% di assunzione di farmaci ansiolitici e antidepressivi;
6 – Maggiore cordialità negli sportelli pubblici;
7 – Maggiore accettazione di flessibilità sugli orari nel comparto privato;
8 – Aperture domenicali aumentate sino al 85% dei casi;
9 – Riduzione die tempi di attesa negli uffici.

Motivazione e pareggio di bilancio del progetto
1 – I fondi Europei saranno restituiti in 10 anni grazie al risparmio che viene a crearsi sulla spesa minore sostenuta per la sanità pubblica e la maggiore produttività nei vari comparti;
2 – L’aumento del reddito medio dei lavoratori autonomi permette nuove assunzioni;
3 – Il concetto del ricevere delle ferie senza costi nei luoghi convenzionati comporta una nuova forma di rispetto e tutela del sistema lavoro nei confronti delle Istituzioni.

In conclusione: “dalla prossima estate la cultura delle ferie estive necessarie a cavallo dei mesi più appetibili sarà presto soppiantata da una idea..:” cosi recita il rapporto del progetto, “…da una idea di ferie selezionate e integrate affinchè tutti i servizi e le domande possano collimare in una offerta equa e apprezzabile per tutti, che uno sia turista, lavoratore o impresa…”

Il prossimo 9 Settembre all’interno del programma del “XIV incontro dei popoli del Mediterraneo” verrà presentato il progetto per esteso alla presenza degli oltre 500 sponsor aziendali che hanno aderito all’iniziativa e ai 1200 operatori turistici convenzionati che ospiteranno i nuovi felici lavoratori.

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Scoperti i diari segreti di Villa Certosa nascosti sotto l’architrave del nuraghe

E’ stata una casualità, ma di quelle che possono cambiare i libri di storia, in questo caso interi libri sulle politiche europee dei primi anni del secondo millennio. Si chiama Jacob Ferrer il turista francese che inavvertitamente ha smosso il piccolo masso che pareva incastrato ad hoc sopra l’architrave del nuraghe ricostruito nel 2012 quando l’ex Villa Certosa era di proprietà del politico italiano Silvio Berlusconi. In seguito alla caduta della pietra di quasi 7 kg si è creato un piccolo foro che custodiva un libro stampato su carta per fotocopie e rilegato con punti metallici che riporta cronache e aneddoti degli incontri segreti avvenuti nell’allora villa berlusconiana. Dagli accordi sugli scambi economici ad oggi ancora sconosciuti tra i più importanti capi di stato mondiali, ai più frivoli elenchi di nomi ed eventi delle feste tanto discusse che si svolgevano in tutta segretezza tra le mura della villa. Storie che a distanza di anni potrebbero ancora far tremare molti politici e le certezze delle loro super potenze. Ricordiamo che l’attuale struttura, situata a pochi km dalla località turistica di Porto Rotondo, è stata restituita al Comune di Olbia dopo esser stata acquistata nel 2029 dal magnate cinese Min Whang. Questo grazie alla stipula sugli accordi internazionali di scambio di prodotti sardi con la Cina di tre anni fa firmato a Santa Cristina che sancisce anche il vincolo di restituzione ai comuni di competenza di alcune strutture e terreni di proprietà di aziende cinesi, come gli innumerevoli terreni destinati al fotovoltaico. L’anno scorso negli spazi dell’ex Villa Certosa è stata così inaugurata ed intitolata a “Giovanni Maria Angioy” la Nuova Biblioteca Multimediale che ospita oltre un milione di libri digitali e stampati sulle culture del mediterraneo, essa è visitabile unicamente attraverso il porticciolo turistico situato a 300metri dall’ingresso. Oltre 2 milioni di turisti sono arrivati giunti presso il Parco della Cultura per vedere anche l’enorme lapide in granito di Orosei realizzata dallo scultore russo Abramov che ospita le ceneri del ex noto proprietario Silvio Berlusconi. Paradossale come a soli 30 km in linea d’aria riposino serene le spoglie dei due uomini che in così breve tempo hanno, prima unito lo Stato Italiano nel 1861 e poi, 150 anni dopo, il secondo, dato il “La” ai movimenti di protesta che hanno portato alle scelte separatiste da parte di molte ex regioni italiane tra le quali la nostra amata isola.

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“Ichnusa Lébia” in tutti gli scaffali la birra sarda che fa dimagrire

A pochi mesi dal lancio mondiale delle due bevande gasate d’eccelenza con il nuovo additivo naturale che permette non solo di evitare di ingrassare ma realmente anche di perdere peso anche il birrificio di Assemini lancia sul mercato il suo prodotto di nicchia. Dopo avere ricevuto l’anno scorso il riconoscimento europeo di “Marchio dell’Identità” indetto dall’Istituto europeo sulla tutela dei prodotti che identificano un popolo e la loro identità, anche Ichnusa prova ad inserirsi in una fetta di mercato al momento scoperta: prodotti alcolici dimagranti. La bevanda non va a sostituirsi al cibo di una dieta equilibrata ma grazie al suo speciale enzima dimagrante, la Bromelina (presente nell’ananas e che gli conferisce quel piacevole retrogusto di frutta esotica) attacca le cellule di adipe e ne favorisce l’eliminazione dall’organismo. Sugli scaffali di tutta l’isola dai primi giorni della prossima settimana e capillarmente nei maggiori food-store europei l’azienda di Assemini in mano all’attuale presidente del Cagliari Calcio spera così di rafforzare la sua presenza e forza sul mercato europeo cercando di strappare la leadership al colosso tedesco della Beck’s. Partirà a brevissimo su tutti i canali web-tv anche lo spot pubblicitario realizzato in collaborazione con l’Istituto di comunicazione e design di Alghero reso famoso dallo splendido spot sulla prevenzione degli incendi premiato nel 2045 al Festival di Cannes nella sezione “Tutela dell’ambiente”.
(Il bicchiere di plastifica raffigurato nell’immagine è stato realizzato negli stabilimenti di Tossilo presso Macomer con materiali biodegradabili)

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Avviato processo di chiusura dei McDonald’s in Sardegna, nasce “Tavola Sarda”

In seguito allo scandalo mondiale scoppiato l’anno scorso che ha coinvolto il grande Marchio americano, la Commissione sugli studi alimentari della Sardegna ha preso la decisione (unica in Europa) di far cessare l’attività degli oltre 25 centri di ristorazione con il marchio McDonald’s in Sardegna. Per evitare il licenziamento forzato degli oltre 320 dipendenti con relativi disagi sociali ed economici è stato attivato un progetto della durata massimo di un mese a decorrenza dal prossimo 15 Agosto dove si svilupperà un nuovo marchio d’impresa denominato “Tavola Sarda”, che andrà a sostituirsi in tutte le strutture esistenti del marchio americano. Saranno serviti piatti tipici della tradizione agroalimentare sarda a partire dal classico “pane e casu” a insalate di prodotti a chilometro zero. Alla riapertura della nuova catena di ristoranti fast-food-sardi farà da cornice una massiccia campagna pubblicitaria negli aeroporti, sono stati già attivati i contratti con le compagnia aeree  per offrire ai passeggeri in volo da e per la Sardegna assaggi delle specialità culinarie presenti presso “Tavola Sarda”. Estrapoliamo dal progetto di attuazione alcune righe che elencano i prodotti al momento Consorziati con il “Tavola Sarda”:
– Casizolu e creme derivate del Consorzio Montiferru
– Bottarga di Muggine di Cabras
– Miele di Sardegna
– Cooperativa dei Salumi di Terra Madre
– Produttori del pane Nuorese
– Birrificio Sardegna

Bandi di concorso per lo studio dell’immagine coordinata e per la adesione dei Consorzi Produttori sono disponibili nel sito dell’Ente di Sviluppo agroalimentare Sardegna.

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